Dicono di me

Miriam Giustizieri - 2014

Ironia e forme, legate alla dimensione infantile, sono due elementi che emergono dalle tele di Chiara Paronzini. La pittrice, in mostra in questi giorni alla Canonica, presenta un’ampia esposizione che delinea tutto il suo percorso creativo.
Da ragazza manifesta la sua passione per l’arte frequentando lo studio di Sergio Bonfantini ed anche quello di Giuseppe Ajmone. La pittrice è autodidatta e la sua attenzione si concentra sulla figura umana.
L’inaugurazione, avvenuta sabato 22 novembre, ha visto introdurre l’evento dal vicepresidente Giorgio Bologna, mentre la presentazione critica è stata curata dall’avvocato Costa Barbè. Entrambi hanno definito le ispirazioni e il percorso espressivo della pittrice, che si connette alle modalità stilistiche del naif. La sua arte vuole trasmettere allegria, nell’intento di tingere la vita di colori brillanti, gli stessi che utilizza per le sue tele.
Le vibrazioni emozionali che riesce a comunicare sono intense, perché frutto di una scelta di cromie audaci e piene di luce. L’olio infatti esprime appieno queste qualità, che nelle sue mani diventano il pretesto per indagare i dettagli e rendere unico ogni suo personaggio. I dipinti sono impostati entro uno spazio ovale di piccole dimensioni, le composizioni rappresentano gruppi di figure femminili. Donne, ragazze, bambine di ogni età, di ogni classe sociale ed etnia fanno capolino e osservano il mondo attraverso i loro grandi occhi.
Lo studio dei dettagli consentirebbe di scrivere una breve storia del costume, perché l’abbigliamento è uno degli aspetti salienti della sua ricerca, frutto degli studi nel settore della moda. E’ possibile ammirare i sari indiani, i vestiti optical degli anni ’60 e ’70, le tenute sportive, i candidi abiti da sposa e il look estroso delle donne fuori dagli schemi.
Oltre agli oli, sono esposti anche alcuni disegni a china, che giocano con le diverse sensazioni suggerite dal contrasto bianco e nero. Fra le tante, una piccola opera datata 1933, cattura lo sguardo del visitatore: il soggetto è il volto di un bambino. L’opera realizzata con i gessetti raffigura Augusto, padre della pittrice, mentre l’artista che lo ha ritratto è suo nonno, Vittorio Paronzini. Passato e presente si legano in un abbraccio ideale e dolce.
La mostra resterà visitabile fino a domenica 30 novembre, con i seguenti orari: dalle 16.00 alle 19.00.
 

Valentina Granzotto - Venezia 2014

Naïfs spontanei, cromaticamente vivaci e compositivamente perfetti. Sguardi, tessuti, gioielli e colori narrano insieme la realtà quotidiana. Un coro osservato con fantasia e ironia illimitate, il cui scopo, puramente contemplativo, diventa il pretesto per una rivoluzione.
 

La Stampa - 29 novembre 2014

La Stampa, 29 novembre 2014.

Ospite del centro culturale d'arte "La Canonica", fino al 30 novembre, è la mostra di pittura "Bamboccini", dedicata al dottor Augusto Paronzini dalla figlia Chiara. Si contano più di ottanta pezzi che rappresentano ritratti, perlopiù di donne e bambini, colti in momenti della vita quotidiana, effigiati come bambole: scene che ricordano l'infinito via vai negli aeroporti, matrimoni, feste con abiti eccentrici e colorati... L'autrice confessa che fin da piccola la sua passione per il disegno l'ha portata a prediligere principesse o fanciulli, ritraendo solo raramente uomini, sempre però con barba e baffi, "proprio l'aspetto di quello che sarebbe stato mio marito" dice scherzando. Grazie all'uso della frontalità e dei colori ad olio, Chiara Paronzini riesce a restituire la vitalità del momento alle sue opere: non c'è spazio per ombre o visi corrucciati. Precisa: "Lo scopo è divertire, intrattenere, decorare: non vuol essere sottinteso nessun significato profondo o complesso". Queste parole spiazzano un po', dal momento che, come fruitori d'arte, non crediamo mai alla semplicità di una composizione, ma siamo abituati alla ricerca del lato nascosto e perturbante: le finalità delle opere sono varie e ricordare anche l'intento ludico può aiutare a sfuggire al "vizio della complessità". La spontaneità incarnata da questi bamboccini naif ci permette di rivalutare la realtà quotidiana nella sua concretezzaa, ma anche di cogliere l'ironia presente in molte situazioni di cui siamo protagonisti: visi sorpresi, sorridenti, attenti o furbi spesso sfuggono alla nostra attenzione, ma non sono passati inosservati agli occhi dell'artista. Per citare le parole dell'Assessore alla Cultura del Comune di Novara Paola Turchelli "La città e i novaresi devono sicuramente qualcosa a Chiara Paronzini". Presente all'inaugurazione anche l'avvocato Antonio Costa Barbé che ha sottolineato l'originalità dei quadri ricordando la raccolta precedente dedicata ai "Bamboccini". La mostra è visitabile ancora oggi e domani dalle 16 alle 19.
g.a.

 
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